La nostra storia

PARROCCHIA SAN FRANCESCO D'ASSISI DI GENOVA PEGLI


L'idea della costruzione della chiesa di San Francesco d'Assisi di Pegli prese corpo quando, su una vasta zona verde dell'entroterra di Pegli, fu progettato e poi costruito un nuovo quartiere residenziale.

Le società costruttrici del Quartiere Giardino rilevarono la necessità di arricchire la nuova zona residenziale con adeguate strutture e servizi (campi da bocce, tennis, pallacanestro, aree giochi), dotandola anche di una chiesa. Questa venne costruita su progetto dell'Ing. Orazio Bagnasco, coadiuvato dall'Arch. Giuseppe Fortunato, su terreni messi a disposizione gratuitamente dal Sig. Pier Edoardo Rosso e dal Comm. Francesco Filippo Molié, che provvide anche a sostenere l'onere finanziario della costruzione.

Sua Eminenza il Cardinale Giuseppe Siri eresse la nuova Parrocchia con un decreto che entrò in vigore il 4 ottobre 1962, intitolandola a San Francesco d'Assisi. Due giorni dopo ne benedisse la sede provvisoria nella cripta della chiesa in costruzione. La nuova chiesa fu consacrata dallo stesso Cardinale il 24 aprile 1965, come si può leggere sulla targa bronzea murata alla destra dell'ingresso, che recita:


"QUAM ECCLESIAM D.O.M. IN ONOREM SANCTI FRANCISCI A FRANCISCO PHILIPPO MOLIĖ UNA CUM UXORE LUCIANA MUNIFICENTISSIME A FUNDAMENTIS EXCITATAM JOS. CARD. SIRI RITE CONSECRAVIT VIII KALENDAS MAJAS A.D. MCMLXV".

(Questa chiesa donata e costruita grazie alla generosità del Comm. Francesco Filippo Moliė insieme con la moglie Luciana. Il Cardinale Giuseppe Siri consacrò il 24 Aprile 1965 e dedicandola a Dio Altissimo Onnipotente in onore di S.Francesco d'Assisi)


La chiesa, con una capienza di circa 1200 persone, ha forma ellissoidale e vuol rappresentare la tenda di Dio posta tra le case degli uomini. Tutta la copertura, a guisa di un grande mantello avvolgente, si appoggia su dodici punti di sostegno, disposti a corona attorno all'abside, a simboleggiare i dodici Apostoli attorno al Cristo. All'interno il soffitto, a volte troncoconiche, e la parete di fondo sono rivestiti da quadrelli di legno. Tale rivestimento assolve, oltre alla funzione estetica, anche ad una funzione acustica.

L'abside sostiene, nella parte superiore, un lucernario di otto metri di diametro da cui filtra la luce che, da 17 metri di altezza, cade sull'altare maggiore donando alla chiesa un notevole effetto ascensionale.

Le ante del Tabernacolo sono costituite da due tavolette del '600 rappresentanti l'Annunciazione e la Visita ad Elisabetta e sono dono del Signor Pier Edoardo Rosso.

Un pannello lungo otto metri, composto di circa 120 blocchi di vetro di Murano delle Vetrerie Barovier & Toso, fiancheggia il Tabernacolo con una disposizione a raggiera (suggerita dall'incisione di Gustavo Doré ispirata dai versi 19-21 del canto XII del Paradiso di Dante) e la sua luce, insita e riflessa dal materiale scelto, ha valore simbolico.

L'altare maggiore è dato da un solo blocco di marmo bianco. Sopra l'altare risalta un Crocefisso ligneo, opera dello scultore Adolf Wallazza. L'autore ha sviluppato alcuni elementi anatomici al fine di sottolineare la sofferenza umana di Gesù ritraendolo ancora vivo nell'attimo in cui, volgendo la testa verso il Padre, grida a gran voce "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato".

Le 14 stazioni della Via Crucis, opera marmorea dello scultore Stelvio Pestelli, sorreggono la lunga balaustra. Ognuna di esse si risolve in forma autonoma di espressione e contemporaneamente segue un crescendo drammatico, ottenuto aumentando l'importanza della figura del Cristo e diminuendo la coralità delle altre immagini. Le pareti interne ed esterne della chiesa sono rivestite con pietra rosa di Finale Ligure ed il pavimento è in pietra 'schiuma di mare'.